Unione Senigallia e comuni della Valmisa, Dario Romano: «L’obiettivo è dare un’unica direzione alla macchina comunale».

<<Nonostante qualcuno abbia accolto con diffidenza l’avvento di questa sinergia municipale, il Presidente del consiglio comunale di Senigallia rimarca come si tratti di un cambiamento molto diverso rispetto alla fusione, bocciata dai cittadini pochi mesi fa>>

SENIGALLIA – Cambia radicalmente la storia del territorio di Senigallia e del suo entroterra con l’approvazione dello Statuto e dell’Atto Costitutivo dell’Unione tra i Comuni di Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli: nasce quindi l’unione denominata “ Le Terre della Marca Senone”.

Alcuni cittadini hanno accolto favorevolmente questa novità, altri invece con estrema diffidenza, noi di Centropagina per capire come è maturato tutto ciò abbiamo interpellato il Presidente del Consiglio comunale di Senigallia, Dario Romano che ha seguito da vicino tutto l’iter della nuova unione.

Presidente Romano, l’Unione tra Senigallia ed i Comuni della Valmisa rappresenta una novità assoluta per il territorio, come è nato tutto ciò?
«Di queste forme associative se ne parla da anni, si è iniziato ad interloquire con gli altri Comuni sin da inizio mandato, a Senigallia l’iter ha preso il via il 20 novembre di quest’anno, poi il 30 novembre è arrivata un’ approvazione in Consiglio a maggioranza qualificata».

Servizio Suap, servizio ragioneria e tributi e poi c’è il sociale che coinvolgerà tutti gli attori di questa Unione…
«L’ambito sociale sarà gestito in unione dai 7 comuni, tenendo conto di una convenzione con i comuni di Corinaldo e Castelleone di Suasa, attualmente fuori dall’Unione, ma nel futuro prossimo entreranno a far parte della stessa; ci sono tempi tecnici, alcune questioni da risolvere, ma permane la volontà politica di rientrarvi».

Questa unione porterà a dei benefici su scala regionale oppure la realtà non cambia?
«Essendo un’unione che coinvolge circa 70mila abitanti il peso specifico di questa realtà cambia a livello regionale, si tratta della seconda unione in termini di grandezza ed ovviamente le novità riguarderanno anche i piani di investimento».

Si spieghi meglio…
«Intendo dire che gli investimenti non saranno soggetti a vincoli di bilancio a maglie strette come accade per i comuni, senza dimenticare il turn over che interesserà i dipendenti comunali, un’altra preziosissima novità; inoltre saranno sfruttate a pieno le risorse strumentali, i beni immobili e sarà possibile implementare l’aspetto tecnologico, in particolare la fibra attraverso un progetto regionale, ma questo non avverrà prima del 2019».

Come reagiranno i cittadini che solo pochi mesi fa hanno bocciato nettamente una fusione, almeno i senigalliesi?
«A differenza della fusione, che ci tengo a precisare hanno avuto parecchie difficoltà in tutta Italia, nell’unione l’elemento identitario rimane invariato e credo che i cittadini lo abbiano compreso, qui si parla di un tema amministrativo che non tocca gli equilibri preesistenti».

Ai cittadini interessa soprattutto il tema dei costi, sono previste delle riduzioni?
«Ci sarà quasi il 44% di costi di riduzione del personale amministrativo nell’ambito del sociale e 5 milioni e 600mila euro di risorse aggiuntive derivanti dalla partecipazione ai bandi dell’Ufficio comune».

Parliamo della struttura, come sarà composta e quali obiettivi sono stati tracciati?
«Vi sarà un Presidente del Consiglio dell’Unione così come un Giunta dell’Unione ed ovviamente un Consiglio dell’Unione, se oggi ci si è concentrati sull’ambito sociale e sul tema della ragioneria tributi, il prossimo obiettivo è quello di dare un’unione completa a tutti i settori della macchina comunale».

 

Nicolò Scoccera

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