”Bene la patente a punti per i locali, ma ci vuole un cambio di mentalità tra i giovani”

In questi giorni ho assistito alla ripresa di un dibattito che coinvolge diverse categorie economiche della città: la licenza a punti per i locali che somministrano bevande alcooliche. Horse_Country

Su questo punto ho avuto modo di confrontarmi, l’anno scorso oramai, con diversi proprietari e gestori di locali. Ho incontrato il comitato dei locali del centro storico e mi sono confrontato con alcune associazioni di categoria. In passato ho anche avuto modo di presentare una interrogazione scritta per quanto riguarda la questione della musica e dei decibel. Mi trovo d’accordo con le dichiarazioni di Francesco Zoppini, portavoce dei locali del centro storico e, in particolare, di Giacomo Cicconi Massi della Confartigianato.

Sostenere la licenza a punti nei locali deve essere un primo passo per “alzare l’asticella” dei servizi offerti dai locali, in questo caso del centro storico. A mio parere, però, il discorso va esteso al Lungomare, che d’estate vive delle stesse problematiche –amplificate- del centro storico in autunno e inverno. E’ chiaro che il Comune, con questa licenza, potrà inserire sanzioni per quei locali che non rispettano le norme; dall’altro lato, però, l’amministrazione potrà prevedere meccanismi premiali per chi si “comporta bene”.

Il passaggio e l’approvazione di questa licenza dovrebbe avere un obiettivo educativo in primis. Sia per i locali che, soprattutto, per i ragazzi che frequentano questi locali. Spesso il sabato sera mi trovo in giro e vedo, in alcuni casi, situazioni che si spingono ben oltre il semplice eccesso o il bicchiere di troppo. Nessuno ha in mente di re-inserire il proibizionismo, non compete di certo a noi e non mi trova per niente d’accordo. E’ impensabile però che ogni sabato sera ci siano atti vandalici nei confronti dei beni pubblici o privati.

La voglia di divertirsi e di passare una serata spensierata non può coincidere con questo tipo di situazioni, anche perché dopo siamo stessi noi giovani che ci lamentiamo dei troppi controlli delle forze dell’ordine, delle misure restrittive, delle ordinanze e delle norme che tendono a reprimere questi atteggiamenti.

Cerchiamo di alzare anche noi l’asticella: mettiamo “in difficoltà” chi vorrebbe una città silenziata, senza eventi, senza musica e senza locali. Basta comportarsi in maniera civile, rispettando i beni pubblici e quelli privati, divertendosi in maniera sana.

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