La proposta di deroga sulla Bolkestein è tardiva, dov’era la politica quando serviva?”

Negli ultimi giorni abbiamo visto un fervente dibattito sulla direttiva Bolkestein e la sua applicazione, relativamente alla questione delle concessioni balneari.

Purtroppo, è triste constatare come per l’ennesima volta non ci sia stata un’unità di intenti da parte di tutte le associazioni di categoria: agli occhi dell’Europa queste divisioni fanno solamente male, e non c’è bisogno di spiegare il perché.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Essendo delegato alle politiche per l’Unione Europea, è bene ragionare sulle diverse proposte che sono state avanzate in questi mesi.

Come avevo già scritto in passato, le strade percorribili sono due, fondamentalmente: la prima, ove si richiederebbe una deroga rispetto alla direttiva; la seconda, dove introdurrebbero criteri “qualitativi” nel bando previsto per il 2015.

La posizione del Governo Monti, seppure ambigua all’inizio, ha poi messo in chiaro che la richiesta di deroga è stata avanzata troppo tardi, e non sarebbe stata nemmeno presa in considerazione dalla burocrazia di Bruxelles. Su questo, vorrei portare un esempio emblematico: nel 2006 la Germania, che a livello comunitario sa “fare squadra” molto meglio di noi, è riuscita ad ottenere la deroga sulla Bolkestein per i mercatini di Natale sul Reno. Per loro era un settore specifico, una peculiarità tutta tedesca da difendere dal libero mercato.

L’Italia, con i politici latitanti in primis, per anni ha fatto finta di niente, probabilmente per una semplice quanto gravissima negligenza che però si potrebbe rivelare fatale, in questo settore.

Pertanto, bene che il ministro Gnudi abbia fatto capire a chiare lettere che non verrà richiesta la deroga per la Bolkestein. Sarebbe stata la soluzione ideale, è vero, però in questo momento è palese che la richiesta verrebbe rigettata: a questo punto, quindi, bisogna lavorare affinché il bando che verrà predisposto per il 2015 preveda alcuni elementi che possano valorizzare la specificità del settore. Per esempio, la questione del risarcimento, che dovrebbe essere previsto in maniera proporzionale agli investimenti effettuati e al valore dell’impresa; un criterio che tenga in considerazione chi svolge il mestiere da anni e valorizzi questo aspetto.

Non alimentiamo il concetto che ciò che fa l’Europa è sempre sbagliato, però: la direttiva Bolkestein è assolutamente giusta, va nella direzione del libero mercato, quello sano. Anche se tiene poco conto del diritto del lavoro, e questo è un retaggio delle politiche iperliberiste degli ultimi anni che andrà combattuto duramente in futuro.

E’ la politica italiana che è mancata in questi anni: Prodi era Presidente della Commissione Europea quando è stata creata la direttiva, ed è stato premier dal 2006 al 2008; Di Pietro, ora esponente di spicco della ribellione delle categorie balneari, è stato deputato europeo dal 1999 al 2006 – la direttiva è stata approvata dal Parlamento quando lui non era europarlamentare, ma la Commissione l’ha presentata nel 2004; il governo Berlusconi, dal 2008, ha considerato le politiche europee come se fossero un accessorio, e non un cardine dell’azione amministrativa.

Per questo, a Bruxelles è bene che vadano i più capaci e i più presenti, a livello di azione politica: se no di Bolkestein ce ne ritroveremo altre cento, nei prossimi anni.

Necessaria una riflessione sulla prostituzione, guardiamo agli altri Paesi all’interno dell’UE”

Dopo l’intervento del Coordinamento Civico sul degrado del quartiere Cesanella, è bene fare alcune doverose riflessioni sull’argomento.
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Il “degrado generalizzato” di cui parlano i rappresentanti del movimento cittadino parte dalla “pietosa condizione in cui versano alcune vie cittadine”. Su questo punto bisogna affermare con onestà intellettuale che ci sono diverse criticità che, tra l’altro, non riguardano solo il quartiere Cesanella.

La verità, però, è che ogni singolo intervento di manutenzione o lavoro pubblico (si parla di rattoppi di buche, non di mastodontiche opere di urbanizzazione) sono spese in conto capitale. Secondo il patto di stabilità interno, diretta emanazione del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea, non si possono usare risorse pubbliche per gli interventi in conto capitale se non si accantona, prima, la cifra dovuta per rispettare questo patto di stabilità. E la cifra da accantonare, per questo anno, vale parecchi milioni di Euro.

Abbiamo scelto di salvare dalla scure dei tagli del Governo e dalla spending review del Commissario Bondi il settore del “sociale”, senza tagliare un solo centesimo rispetto all’anno 2011: questo è stato un vero e proprio miracolo, che ovviamente ha un rovescio della medaglia in altri settori.

Basti pensare ai lavori pubblici, dove il portafoglio dell’Assessore Memè è stato letteralmente ridotto a zero a causa del folle meccanismo del Patto di Stabilità Interno spiegato sopra. Questo è il quadro completo per ciò che riguarda il tanto declamato “degrado generalizzato”, come se non fosse ben chiara la situazione che stiamo vivendo e che, a volte, rifiutiamo di accettare.

Per quanto riguarda la questione della prostituzione, mi sembra opportuno ricordare che l’Amministrazione è a favore dell’installazione di telecamere nelle zone “critiche” della città, per quanto riguarda il contrasto di questo fenomeno. Certo, non deve essere l’unico provvedimento ma anche in questo caso la visione del contesto non deve essere parziale e fuorviante. Vorrei soffermarmi, infatti, sulle ragazze che vengono sfruttate in tutto e per tutto in maniera vile e vigliacca da chi non esita, per un solo secondo, di approfittare illegalmente dei loro corpi per trarne profitto.

Ci sono tanti Paesi all’interno dell’Unione Europea dove queste situazioni sono state sconfitte legalizzando, di fatto, la prostituzione: questa non è una proposta, la sede non è quella opportuna, ma so bene che in questo Paese difficilmente si potrebbe arrivare a una situazione simile, a causa delle forti pressioni di diversi gruppi di interesse. In Germania, però, Paese che assumiamo come modello di civiltà, la prostituzione è legalizzata da tempo. Sarebbe importante quindi aprire una riflessione sulla condizione e sulla mercificazione di queste giovani donne, e non sbandierare soltanto “piani di controllo serali” che potrebbero essere sostituiti da pattuglie che sorveglino le situazioni di microcriminalità, vera piaga per il territorio in questi mesi.

Spending review: “bene il riordino delle province nelle Marche, male la chiusura dell’aeroporto a Falconara”

Secondo le ultime indiscrezioni, la revisione della spesa pubblica toccherà anche il traffico aeroportuale italiano. Infatti, il ministro Passera ha in mente un piano che riduca gli scali passeggeri dai circa 60 attuali a 40. Tra gli aeroporti “soppressi”, purtroppo, ci sarebbe anche quello di Ancona-Falconara.
La chiusura del traffico passeggeri all’aeroporto di Falconara sarebbe un fatto gravissimo, per il Comune di Senigallia, la Regione Marche e tutte le altre municipalità marchigiane. 61_SIGN_AER_07

Senza entrare nel merito tecnico della questione, cosa che peraltro non mi compete, dal punto di vista dei cittadini e dei loro diritti è inaccettabile che l’unico aeroporto delle Marche adibito al traffico passeggeri perda ogni genere di sovvenzione statale. Il declassamento, infatti, sarebbe riconosciuto, soprattutto all’estero, come una perdita di un patrimonio strategico per tutta la Regione Marche e il centro-Italia.

Nessuno nega che ci sia la necessità di una spending review che sia efficace nel settore dei trasporti: ciò, però, come ho ripetuto più volte, non deve tradursi in tagli lineari e indiscriminati, frutto di una triste e superficiale “contologia”. Questo non significa iniziare dei discorsi campanilistici, che sarebbero pretestuosi e privi di ogni logica: penso al riordino delle province nelle Marche, ad esempio, che mi trova assolutamente d’accordo poiché in una regione di 1
milione e mezzo di abitanti cinque province erano e sono troppe.

Privare, però, la Regione Marche e tutti i cittadini marchigiani di un bene unico come un aeroporto – per ciò che riguarda il traffico passeggeri, poi, potremmo elencare gli svantaggi che ciò comporterebbe per un comune turistico come il nostro – sarebbe un autogol clamoroso da parte di un governo tecnico che per colpe non sue è costretto ad usare l’accetta per ripianare i disastrati conti pubblici.

Ho presentato una mozione in consiglio comunale contro questo declassamento: sarebbe determinante, però, che anche gli altri comuni marchigiani votino compattamente un documento di questo tipo. Per far capire, a chi ci governa, che le Marche sono unite sin dal più piccolo comune fino al capoluogo di regione contro la chiusura del traffico passeggeri del nostro aeroporto.

La Commissione Europea risponde sullo stoccaggio CO2 a Senigallia

(da senigallianotizie.it) – Il Commissario Europeo per l’Azione per il Clima Connie Hedegaard risponde all’interrogazione  dell’eurodeputato Debora Serracchiani, suggerita dal consigliere comunale Dario Romano.Dopo circa due mesi dalla presentazione dell’interrogazione, il 5 luglio la Commissione Europea ha risposto alle questioni sollevate dall’onorevole Debora Serracchiani.Hedegaard

In particolare, l’eurodeputato, su proposta e suggerimento del consigliere comunale di Senigallia Dario Romano (delegato alle politiche per l’Unione Europea del Comune), aveva chiesto a Bruxelles se era a conoscenza dell’istanza di esplorazione del sottosuolo al largo di Senigallia e qualimisure intendeva adottare l’Unione Europea per evitare che in futuro siano installati depositi di stoccaggio di CO2 in zone dove sussiste un rischio di sismicità.

Con il classico stile europeo, molto diretto ma per certi versi paradossalmente pilatesco, la Commissione Europea ha affermato senza mezzi termini di “non essere a conoscenza del fatto che una società avesse presentato alle autorità italiane un’istanza per ottenere una licenza di esplorazione ai fini dello stoccaggio di biossido di carbonio al largo delle coste di Senigallia.

Con una serie di richiami normativi alla direttiva di riferimento, poi, la risposta delcommissario Hedegaard continua affermando che tra i requisiti necessari per il rilascio delle autorizzazioni allo stoccaggio una particolare attenzione andrebbe posta alrischio di sismicità del sito.

Infatti un sito di stoccaggio non deve avere in alcun modo “rischi significativi di fuoriuscita e rischi rilevanti per l’ambiente e la salute“.

Ora, presumibilmente, la questione passa nelle mani del Governo che può decidere se il sito al largo delle nostre coste è idoneo allo stoccaggio di biossido di carbonio.

Purtroppo, le tristi vicende del terremoto emiliano hanno messo in risalto tutti i dubbi relativi allo stoccaggio (in questo caso si parlava di stoccaggio di gas naturale nel sottosuolo di Rivara).

Il ministro all’Ambiente, Corrado Clini, ha affermato quanto sia necessario riflettere ulteriormente prima di approvare un progetto che, in caso di inattesi scenari geologici, non risulti sicuro al 100%.

Vorremmo che lo stesso ragionamento si facesse anche per Senigallia, per questo motivo cercheremo di confrontarci con il Governo per avere un parere in merito.

Continueremo a lottare per questo motivo, perché la salute e la sicurezza dei cittadini vanno anteposti a qualsiasi genere di interesse economico.

Testo dell’interrogazione e risposta della Commissione europea:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+E-2012-004629+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT

Senigallia: interrogazione sui depositi di stoccaggio CO2 – A presentarla alla Commissione Europea l’on. Serracchiani su input del consigliere comunale Romano

(da senigallianotizie.it) – Sono passati circa tre mesi da quando ho sollevato la questione dei depositi di stoccaggio di CO2 al largo delle coste di Senigallia, interrogando il sindaco Mangialardi.serracchiani

Lo stesso sindaco, poi, ha inviato un’interrogazione alla Regione per avere un maggiore approfondimento sulla materia, e alcuni giorni dopo due consiglieri regionali si sono anch’essi interessati alla situazione.

A inizio aprile, insieme al sindaco, sono andato a Roma per incontrare la responsabile del procedimento e chiedere precisazioni tecniche sulla pratica appena avviata.

Inoltre, a inizio maggio, il consigliere comunale di Falconara Marittima Emanuele Lodolini ha interrogato anch’egli la propria amministrazione sulla questione, poiché essendo prevista la costruzione di un rigassificatore al largo delle coste falconaresi, l’eventuale previsione di un deposito di stoccaggio di CO2 al largo di Senigallia sarebbe un’ulteriore azione sicuramente non a vantaggio del turismo e dell’ambiente marino di tutta la zona.

Dopo l’interrogazione al sindaco, pertanto, ho deciso che fosse giusto sapere cosa ne pensasse l’Unione Europea e, in particolare, la Commissione, di un progetto simile. A questo scopo, ho scritto al deputato europeo Debora Serracchiani che, dopo un serio confronto con il sottoscritto e il consigliere comunale Lodolini (che ringrazio per aver contribuito così proficuamente al dibattito) ha presentato in data 7 maggio un’interrogazione scritta alla Commissione Europea chiedendo un più dettagliato approfondimento.

In particolare, l’onorevole Serracchiani chiede alla Commissione se:

– Era a conoscenza della situazione relativa all’istanza di esplorazione del sottosuolo al largo di Senigallia?

– Quali misure intende adottare per evitare che in futuro siano installati depositi di stoccaggio in zone dove sussiste un rischio di sismicità?

In tre mesi due interrogazioni comunali, due interrogazioni regionali, un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico e un’interrogazione alla Commissione Europea.

Questo è l’impegno che sto e che stiamo mettendo in campo per affrontare al meglio la questione, nata da una interrogazione comunale a Senigallia e arrivata sino ai palazzi di Bruxelles.

“Parcheggi rosa” anche a Senigallia, la proposta arriva in Consiglio

(da senigallianotizie.it) – Durante il Consiglio Comunale del 18 aprile ho ritenuto opportuno interrogare l’amministrazione comunale in merito ad una tematica particolarmente sentita e delicata. In particolare, ho chiesto all’assessore Campanile, responsabile per la mobilità e quindi anche per i parcheggi, se fosse stato possibile istituire dei “parcheggi rosa” da inserire nelle zone strategiche della città, come ospedale, centro storico, ASUR. Tali posti sarebbero da riservare, gratuitamente, alle donne in gravidanza che così avrebbero una corsia preferenziale nella ricerca di un parcheggio.parcheggi-rosa-2

La modalità di istituzione non sarebbe difficile, poiché basterebbe dipingere opportunamente gli stalli e collocare una segnaletica che comunichi la disponibilità di quei parcheggi per le future mamme.

Alle donne che intendono fare richiesta basterebbe fornire un pass temporaneo della durata di un anno, ad esempio.

Parecchi comuni (penso a Napoli, Cagliari, Arezzo, Teramo) si sono attrezzati per porre in essere diverse azioni a difesa delle donne in gravidanza, e in questo senso la risposta dell’assessore Campanile mi ha fatto capire che la volontà dell’amministrazione è quella di risolvere questa criticità.

Sarò contento di contribuire all’avvio di questo piccolo progetto, simbolo però di grande civiltà in un periodo in cui, a causa della crisi, le difficoltà per le categorie protette si stanno accentuando in maniera preoccupante.

Senigallia nel mirino dei depositi di stoccaggio di CO2

(da senigallianotizie.it) – Una società ha chiesto di esplorare il sottosuolo della costa a largo di Senigallia con l’intento di compiere accertamenti per la fattibilità del deposito e stoccaggio di CO2 nel Mare Adriatico. L’argomento è stato oggetto di un’interrogazione proposta da Dario Romano durante il Consiglio Comunale di lunedì 27 febbCCSraio.

Preoccuparsi dell’ambiente è ormai pratica consueta, persino per le più grandi società mondiali, che spesso cercano di bypassare le amministrazioni locali per evitare spiacevoli intoppi burocratici, ma durante il Consiglio Comunale di Senigallia è stato sollevato, dal consigliere Dario Romano, un argomento che non è passato inosservato perché può rappresentare una questione molto importante, in chiave futura, per le coste marchigiane e per tutto il Mare Adriatico.

Secondo l’ultimo numero del “Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse“, pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico, la società “Independent Energy Solutions” ha fatto istanza per ottenere una licenza di esplorazione al fine di stoccare il biossido di carbonio a largo delle coste di Senigallia. “Qualche giorno fa ho avuto modo di apprendere questa novità quantomeno inaspettata, e di primo acchito certamente non positiva. È stata mia premura informare il Sindaco e presentare in Consiglio Comunale un’interrogazione in merito”, ha commentato Romano.

Nel dettaglio, la direttiva 2009/31/CE, tradotta in Italia con il d.l. 162/2011, prevede il rilascio provvisorio di licenze per esplorare il suolo ai fini dello stoccaggio geologico del biossido di carbonio. Tali provvedimenti, assunti dal Ministero dello Sviluppo Economico, però, prevedono che “le amministrazioni locali competenti, laddove previsto, siano sentite”. Inoltre, il principio europeo prevede che i depositi di stoccaggio possano essere installati a patto che la pratica si mostri come una “tecnologia ambientalmente sicura”: ciò, in un territorio a rischio sismico medio-alto, appare difficile.

Lo stoccaggio di anidride carbonica è una di quelle azioni promosse dall’Unione Europea per ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020. Il proposito di diminuire i livelli di anidride carbonica è sicuramente lodevole, e pertanto sostengo con forza l’azione dell’UE. “Purtroppo non mi trovo d’accordo sulle modalità: il concetto di nascondere la polvere sotto lo zerbino, ahimè, è valido solo per il breve periodo e le soluzioni-ponte non godono della progettualità di cui necessitano le politiche macroeconomiche continentali” ha affermato Dario Romano, consigliere per la lista civica Vivi Senigallia.

“Dichiarazioni deliranti da parte della Lega Nord Senigallia”

(da senigallianotizie.it) – Dopo aver letto in questi giorni le dichiarazioni di diversi esponenti della Lega Nord sul tema dei parcheggiatori abusivi a Senigallia, è necessario fare alcune precisazioni politiche sulla vicenda. Le uniche dichiarazioni politicamente deliranti alle quali stiamo assistendo sono quelle della Lega Nord.parcheggiatori_abusivi

Mi rifiuto di pensare che io debba essere considerato un essere umano di serie A solo perché ho avuto la fortuna di nascere in un Paese civile ed economicamente benestante come l’Italia.

Mi rifiuto di pensare che, nella scala dei diritti primari, i miei vengano prima di quelli di un altro cittadino non italiano– fosse esso americano, senegalese, cinese, australiano o sammarinese.

E’ necessario fare una riflessione politicamente intelligente, cosa che ai rappresentanti della Lega Nord evidentemente riesce difficile negli ultimi tempi. La tematica dei “parcheggiatori abusivi”, ragazzi che sono scappati dai propri paesi di origine non per divertimento ma per necessità e mancanza di alternative, merita una riflessione profonda.

C’è una questione aperta, nella popolazione senigalliese, ma è assolutamente falso parlare di “esasperazione cittadina”. Piuttosto esiste un problema di percezione della problematica: le persone risultano infastidite da un ulteriore “balzello”, oltre a quello relativo al ticket del parcheggio. Su questo non c’è niente da dire, la questione esiste ed è innegabile.

Le soluzioni create dalla Lega Nord, però, sono politicamente ridicole: le ronde e gli appostamenti sono atteggiamenti politici da dittatoruncoli di bassa lega. E’ grave che i toni vengano esasperati, soprattutto in questo periodo così delicato per il Paese. Forse alla Lega Nord, partito che fonda la propria azione sulla demagogia e sulla menzogna politica, interessa di più provare ad attirare i voti delle persone esasperate dalla crisi economica, la stessa che ci è stato negato che esistesse dallo pseudo-leghista ministro Tremonti.

Se questo fosse l’obiettivo, buona fortuna: i cittadini italiani sanno perfettamente cosa è capace di combinare la Lega Nord, quando governa. Gli ultimi tre anni sono stati l’emblema dell’incapacità più totale nel governare e nel risolvere i problemi legati all’immigrazione (vedi legge Bossi-Fini).

Pertanto, sono assolutamente d’accordo con le soluzioni ideate dall’Amministrazione, che ancora una volta dimostra di essere inclusiva, comprensiva e democratica nel proprio “credo” politico. A differenza di chi vorrebbe mandare “föra da i ball” tutti quelli che non la pensano come loro, che di duro hanno solamente il comprendonio.

Da Bruxelles a Senigallia, gli errori del governo si ripercuotono sull’intero Paese

(da viveresenigallia.it) – Domenica a Bruxelles, ha avuto luogo il Consiglio Europeo. Poteva essere l’occasione, per l’Italia, di riprendere quota a livello internazionale. Invece, purtroppo, abbiamo assistito ad uno spettacolo politicamente indecoroso: la scena in cui il presidente Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel deridono il presidente del Consiglio è emblematica. Bisogna specificare che la situazione non è riferita al Paese: l’oggetto dell’ironia, infatti, non è l’Italia, bensì il presidente Berlusconi.sarkozy_merkel_645

Come consigliere delegato alle politiche per l’Unione Europea, mi sembra giusto quantomeno criticare l’atteggiamento del presidente Sarkozy e del cancelliere Merkel, rei di essere mancati di rispetto alla nostra presidenza del Consiglio. E’ altresì vero, purtroppo, che bisognerebbe chiedersi come mai si sia arrivati a questa situazione. Oramai, a livello europeo ed internazionale, siamo ritenuti poco credibili: dalla politica, dai mercati (finanziari e non), dalla gente.

Lavorando a Bruxelles in questo periodo, sto toccando quotidianamente con mano tale situazione: ci sono moltissimi italiani che lavorano presso le istituzioni europee. Il problema sta nelle posizioni che ricoprono, poichè rispetto alla proporzione, nei ruoli chiave ci sono pochi italiani: questo fatto, purtroppo, ha conseguenze negative per il Paese.

Quando si dice che l’Italia “non fa sistema”, concretamente ciò si traduce in leggi che spesso sfavoriscono l’Italia e il suo sistema produttivo: l’esempio della direttiva Bolkestein e le sue ricadute sul settore turistico-balneare italiano è illuminante. Pertanto, la mia critica rivolta al governo Berlusconi non riguarda la morale o le escort, di cui tanto si parla: ritengo più grave il fatto che PdL e Lega non siano stati capaci di varare qualsivoglia riforma strutturale, del quale il Paese necessita in maniera immediata.

Ritengo più grave il fatto che per nove mesi (da novembre 2010 a luglio 2011) non abbiamo avuto un ministro per le Politiche Europee.

Il Comune di Senigallia e la sua amministrazione si stanno comportando responsabilmente, in questo contesto di tagli lineari e indiscriminati da parte della scure tremontiana. Nonostante questo, a causa del folle meccanismo del patto di stabilità interno, ci troviamo in una condizione paradossale: disponiamo di una buona liquidità, ma non possiamo pagare tutti i fornitori. Questo avrà delle inevitabili conseguenze sul piano dell’economia senigalliese, come purtroppo tutti possiamo immaginare.

Mercoledì c’è in programma un altro Consiglio Europeo: il nostro governo dovrà fornire risposte credibili all’Unione Europea, perchè in caso contrario saremo costretti a prendere misure drastiche, al pari di quelle greche.

E’ bene che i cittadini senigalliesi sappiano che l’immobilismo politico del nostro governo ci sta portando lentamente alla deriva: da Bruxelles a Senigallia, il passo è breve.

‘L’accorpamento delle festività, duro colpo per l’economia turistica senigalliese’

(da viveresenigallia.it) – In merito alle dichiarazioni del sindaco Mangialardi e del consigliere Rimini sulle festività abolite, è giusto intervenire per far capire meglio la portata di questo provvedimento ideato dal goverspending_review_accorpamento_festivita_586x393no.

L’idea di accorpare le festività laiche, differendole in prossimità del weekend o facendole coincidere con la domenica, ha il sapore di una medicina molto amara per l’economia italiana. Infatti, sebbene il recupero di alcuni giorni festivi possa risultare in un aumento della produttività e del PIL, dall’altra parte infligge un duro colpo alle economie basate sul turismo: basti pensare al 1 maggio 2012, che capita di martedì. Probabilmente quel periodo sarebbe potuto essere interessante, per una città come Senigallia, per richiamare i primi bagnanti e turisti in generale, vista la possibilità di un “ponte” dal 28 aprile al 1 maggio, appunto.

Non condivido questo genere di manovre, e non tanto per la natura del provvedimento, che era necessario nonostante per anni i nostri governanti ci hanno nascosto lo stato in cui versa il Paese: ci troviamo, però, nella situazione di dover calmare per l’ennesima volta un paziente che è malato da troppo tempo. In questa situazione, dare un contentino a questo o quel gruppo di interesse economico può risultare fuorviante nei confronti dei cittadini che si aspettano riforme serie per un paese che è bloccato da anni, ormai. Al consigliere Rimini, che stimo e rispetto come collega e amico, mi sento però di dire che l’accorpamento delle festività non religiose si tradurrà in un mancato guadagno per le attività turistiche senigalliesi, che si vedranno tolte ingiustamente i potenziali guadagni del “ponte” del 1 maggio, nel 2012.

Questo significa parlare di cose serie, poiché l’economia di Senigallia vive anche e soprattutto di turismo: i bar, i ristoranti, gli alberghi, gli stabilimenti balneari e tutto l’indotto saranno indubbiamente danneggiati dal mancato “ponte” di maggio, e questo solamente nel 2012. E’ per questo che, a volte, al di là dei colori politici di ognuno di noi, è più giusto difendere le prerogative dei cittadini e dei lavoratori dipendenti, e non sempre dei soliti gruppi di pressione economici.

Inoltre a tutto ciò va aggiunto, per ultimo ma non per importanza, che l’accorpamento delle feste non religiose è un duro colpo ai nostri simboli, che in questo modo saranno bistrattati in nome di una norma che difficilmente otterrà gli effetti sperati da Tremonti. La storia di un paese non può essere cancellata con un colpo di spugna: mancheremmo di rispetto ai valori fondanti della nostra democrazia, nonché a tutti i lavoratori che sono la base su cui si fonda l’intero sistema italiano.