”Bene la patente a punti per i locali, ma ci vuole un cambio di mentalità tra i giovani”

In questi giorni ho assistito alla ripresa di un dibattito che coinvolge diverse categorie economiche della città: la licenza a punti per i locali che somministrano bevande alcooliche. Horse_Country

Su questo punto ho avuto modo di confrontarmi, l’anno scorso oramai, con diversi proprietari e gestori di locali. Ho incontrato il comitato dei locali del centro storico e mi sono confrontato con alcune associazioni di categoria. In passato ho anche avuto modo di presentare una interrogazione scritta per quanto riguarda la questione della musica e dei decibel. Mi trovo d’accordo con le dichiarazioni di Francesco Zoppini, portavoce dei locali del centro storico e, in particolare, di Giacomo Cicconi Massi della Confartigianato.

Sostenere la licenza a punti nei locali deve essere un primo passo per “alzare l’asticella” dei servizi offerti dai locali, in questo caso del centro storico. A mio parere, però, il discorso va esteso al Lungomare, che d’estate vive delle stesse problematiche –amplificate- del centro storico in autunno e inverno. E’ chiaro che il Comune, con questa licenza, potrà inserire sanzioni per quei locali che non rispettano le norme; dall’altro lato, però, l’amministrazione potrà prevedere meccanismi premiali per chi si “comporta bene”.

Il passaggio e l’approvazione di questa licenza dovrebbe avere un obiettivo educativo in primis. Sia per i locali che, soprattutto, per i ragazzi che frequentano questi locali. Spesso il sabato sera mi trovo in giro e vedo, in alcuni casi, situazioni che si spingono ben oltre il semplice eccesso o il bicchiere di troppo. Nessuno ha in mente di re-inserire il proibizionismo, non compete di certo a noi e non mi trova per niente d’accordo. E’ impensabile però che ogni sabato sera ci siano atti vandalici nei confronti dei beni pubblici o privati.

La voglia di divertirsi e di passare una serata spensierata non può coincidere con questo tipo di situazioni, anche perché dopo siamo stessi noi giovani che ci lamentiamo dei troppi controlli delle forze dell’ordine, delle misure restrittive, delle ordinanze e delle norme che tendono a reprimere questi atteggiamenti.

Cerchiamo di alzare anche noi l’asticella: mettiamo “in difficoltà” chi vorrebbe una città silenziata, senza eventi, senza musica e senza locali. Basta comportarsi in maniera civile, rispettando i beni pubblici e quelli privati, divertendosi in maniera sana.

Interrogazione scritta – Orari estivi 2013 della Biblioteca Comunale Antonelliana

Interrogazione scritta – Orari estivi 2013 della Biblioteca Comunale Antonelliana

Premesso che dal 1 giugno è in vigore il nuovo orario estivo di apertura della biblioteca comunale e dei relativi servizi

Premesso che, rispetto all’orario invernale, per quanto riguarda l’apertura al pubblico c’è una minore copertura degli orari da parte del personalesala_lettura_1

Premesso che questo si traduce in una mancata apertura al pubblico nei pomeriggi di lunedì e venerdì e nella giornata di sabato

Considerato che la biblioteca comunale, dopo lo spostamento della sede dai Portici Ercolani al Foro Annonario e i relativi lavori di ristrutturazione, è diventato uno dei fiori all’occhiello di tutta la Regione

Considerato che, negli scorsi anni, sono stati anche effettuati importanti investimenti come l’aria condizionata all’interno della struttura

Tutto ciò premesso, il sottoscritto interroga l’assessore alla Cultura, Stefano Schiavoni, per conoscere quali iniziative intende intraprendere l’Amministrazione nei confronti di questa situazione. In particolare, conoscendo la situazione relativa alla carenza di personale, chiede se sia possibile riorganizzare il servizio da un punto di vista delle risorse umane in modo da recuperare quantomeno l’apertura nei pomeriggi di lunedì e venerdì, compatibilmente alle disponibilità economiche dell’Ente.

Si richiede tempestiva risposta scritta.

Romano: “Basta con le lobby, basta coi politici “parcheggiati” a Bruxelles, più potere e decisioni ai cittadini: questa è l’Europa che vogliamo”

In occasione del 9 maggio, Festa dell’Europa, è necessario fare alcuni ragionamenti sullo stato dell’Unione Europea.

Penso a questi ultimi anni dove l’UE è stata vista da molti cittadini come un limite e non come un’opportunità. Il tutto è stato causato, in larga parte, da una disinformazione diffusa che ha creato dei veri e propri pregiudizi nei confronti dell’architettura istituzionale europea.STRASBURGO_PARLAMENTO_EUROPEO

E’ vero, questa Unione Europea ha molte limitazioni: abbiamo una Banca Centrale Europea che decide la politica monetaria dell’area €, ma non abbiamo una politica fiscale comune. Non esiste politica monetaria senza quella fiscale, purtroppo: se viene a mancare uno di questi due pilastri coordinati, vengono a crearsi situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo e che sta mettendo i cittadini europei a dura prova.

Non c’è una sola persona che parla, quando parliamo di UE: abbiamo il presidente del Parlamento Europeo, quello della Commissione e infine quello del Consiglio. Purtroppo, ci sono delle contraddizioni che si sono venute a creare nel corso degli anni a causa delle difficoltà dei singoli Stati membri a cedere la propria sovranità su alcuni temi, come ad esempio la fiscalità.

Se pensiamo, poi, agli eurodeputati italiani che si sono susseguiti negli anni, nell’immaginario collettivo dei cittadini chi viene mandato a Bruxelles o è un “trombato” oppure un personaggio politicamente scomodo, che deve essere parcheggiato in Belgio per cinque anni. Questo è un ragionamento che va cambiato alla radice, non possiamo più permetterci di avere deputati inattivi o incompetenti, soprattutto al Parlamento Europeo. E’ quella la sede che avrà sempre un maggior peso nei prossimi anni, volenti o nolenti, e dobbiamo capire quanto sia fondamentale avere una delegazione di deputati che sia pronta a tradurre le esigenze dei cittadini italiani in atti di emanazione europea.

Vorrei ricordare che l’Unione Europea, in questi anni, ha portato un grande valore aggiunto anche al Comune di Senigallia: basti pensare alla Biblioteca Comunale e alla Rotonda a mare, due edifici simbolo della nostra città. Sono stati recuperati grazie a fondi europei, e sono la prova lampante che l’Unione Europea non è da buttare via, anzi. C’è da spingere sull’acceleratore, c’è bisogno che i cittadini si interessino sempre di più delle questioni europee di interesse comune. Dall’altra parte, invece, c’è un impellente bisogno di delegare ancora più poteri al Parlamento Europeo, e quindi ai cittadini. O si fa l’Europa sul serio o si affonda tutti insieme, e non ci sarà una seconda possibilità: lo capiscano tutte le forze politiche, invece di pensare a come spartirsi le poltrone delle commissioni parlamentari.

Romano: “La situazione sui depositi di stoccaggio è arrivata a Roma, grazie all’on.Lodolini: Clini dica cosa intende fare il Governo”

Circa un anno fa ho avuto modo di scoprire che, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, era stata depositata una istanza di licenza di esplorazione del sottosuolo per lo stoccaggio di biossido di carbonio al largo delle coste senigalliesi. Tra le richieste che pervengono ogni giorno al Ministero, quella sullo stoccaggio di CO2 era e continua ad essere l’unica in tutta Italia.
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Non ho esitato un secondo ad informare la cittadinanza e ad interrogare il Sindaco Mangialardi per esprimere le mie preoccupazioni in merito alla questione. Il primo cittadino si è fatto carico dell’interpellanza, chiedendo lumi a suo volta in Regione Marche, all’assessore Donati. Dopo ciò, anche diversi consiglieri regionali si sono interessati e a distanza di poche settimane io e il Sindaco siamo andati a Roma per un informale incontro con la responsabile dell’istruttoria.

Non abbiamo nascosto le nostre preoccupazioni, che tuttora abbiamo perché Senigallia è un comune che basa la propria economia sul turismo e l’eventuale ipotesi di un deposito di stoccaggio al largo delle nostre coste non va di certo nella direzione della sostenibilità ambientale, almeno non come la intendiamo noi.

A questo punto, dopo una interrogazione comunale dell’allora consigliere di Falconara Marittima Emanuele Lodolini, abbiamo portato la questione a Bruxelles, grazie all’eurodeputato Serracchiani. L’onorevole chiedeva alla Commissione Europea se l’eventuale deposito di stoccaggio rispettasse tutti i crismi di sicurezza e salute che vengono citati costantemente nelle direttive dell’Unione Europea. Il Commissario Hedegaard, purtroppo, perse l’occasione di chiarire la vicenda e passò la palla al governo italiano, che per molto tempo ha taciuto.

Ora, con l’avvento del nuovo Parlamento e l’elezione, tra gli altri, dell’on.Lodolini, abbiamo deciso di portare la questione all’attenzione nazionale, soprattutto dopo un terremoto in Emilia che nella sua tragicità ha fatto emergere le numerose lacune ed incertezze derivanti dallo stoccaggio – in quel caso, di metano.

Vorrei ringraziare l’on.Lodolini per l’attenzione che ha dedicato a questa tematica, sin dall’inizio. Seguiremo la situazione giorno per giorno, tenendo sempre a mente che la salute e la sicurezza dei cittadini devono arrivare prima degli interessi economici del singolo.

L’aeroporto delle Marche considerato “di interesse nazionale”: scongiurato il pericolo declassamento, anche grazie a Senigallia

E’ notizia di pochi giorni fa che l’aeroporto delle Marche, sito a Falconara, è stato considerato “di interesse nazionale” dal Ministero dello sviluppo economico, guidato da Corrado Passera.
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La notizia può sembrare irrilevante, invece è un cardine fondamentale nelle politiche macroeconomiche della regione Marche, soprattutto per ciò che riguarda il turismo e i trasporti.

Difatti, con questo riconoscimento viene premiato il lavoro svolto dalla Regione Marche, dal governatore Spacca e da tutti gli enti locali che si sono mossi per scongiurare il pericolo di un declassamento. Lo stesso Consiglio Comunale di Senigallia, a settembre 2012, si era pronunciato contro il rischio di depotenziamento con una mozione presentata dal sottoscritto e sostenuta con forza dal sindaco Mangialardi e da tutti i consiglieri, a prescindere dalle appartenenze politiche.

Questo esempio è la traduzione pratica del concetto che “facendo squadra” tra diversi livelli amministrativi e politici, senza gelosie o campanilismi, si possono ottenere risultati molto soddisfacenti.

A questo punto è necessario potenziare ulteriormente il traffico passeggero dell’aeroporto e costruire un’offerta turistica, regionale e locale, che tenga conto dei tanti visitatori, stranieri e non, che giungono ogni anno nelle Marche in aereo.

Per quanto riguarda il turismo, la nostra progettualità deve guardare al di là di uno o due anni. I risultati concreti di un’azione programmata non si vedranno immediatamente, ed è nostro compito agire in base a questi princìpi in un’ottica di lungo periodo. Il prossimo programma quadro dell’UE, Europa2020, si baserà interamente sui termini “intelligente”, “solidale”, “sostenibile”: applicare al turismo di Senigallia il concetto di sostenibilità è e dovrà essere il fondamento della nostra azione amministrativa dei prossimi anni. Fino al 2020, almeno.

La proposta di deroga sulla Bolkestein è tardiva, dov’era la politica quando serviva?”

Negli ultimi giorni abbiamo visto un fervente dibattito sulla direttiva Bolkestein e la sua applicazione, relativamente alla questione delle concessioni balneari.

Purtroppo, è triste constatare come per l’ennesima volta non ci sia stata un’unità di intenti da parte di tutte le associazioni di categoria: agli occhi dell’Europa queste divisioni fanno solamente male, e non c’è bisogno di spiegare il perché.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Essendo delegato alle politiche per l’Unione Europea, è bene ragionare sulle diverse proposte che sono state avanzate in questi mesi.

Come avevo già scritto in passato, le strade percorribili sono due, fondamentalmente: la prima, ove si richiederebbe una deroga rispetto alla direttiva; la seconda, dove introdurrebbero criteri “qualitativi” nel bando previsto per il 2015.

La posizione del Governo Monti, seppure ambigua all’inizio, ha poi messo in chiaro che la richiesta di deroga è stata avanzata troppo tardi, e non sarebbe stata nemmeno presa in considerazione dalla burocrazia di Bruxelles. Su questo, vorrei portare un esempio emblematico: nel 2006 la Germania, che a livello comunitario sa “fare squadra” molto meglio di noi, è riuscita ad ottenere la deroga sulla Bolkestein per i mercatini di Natale sul Reno. Per loro era un settore specifico, una peculiarità tutta tedesca da difendere dal libero mercato.

L’Italia, con i politici latitanti in primis, per anni ha fatto finta di niente, probabilmente per una semplice quanto gravissima negligenza che però si potrebbe rivelare fatale, in questo settore.

Pertanto, bene che il ministro Gnudi abbia fatto capire a chiare lettere che non verrà richiesta la deroga per la Bolkestein. Sarebbe stata la soluzione ideale, è vero, però in questo momento è palese che la richiesta verrebbe rigettata: a questo punto, quindi, bisogna lavorare affinché il bando che verrà predisposto per il 2015 preveda alcuni elementi che possano valorizzare la specificità del settore. Per esempio, la questione del risarcimento, che dovrebbe essere previsto in maniera proporzionale agli investimenti effettuati e al valore dell’impresa; un criterio che tenga in considerazione chi svolge il mestiere da anni e valorizzi questo aspetto.

Non alimentiamo il concetto che ciò che fa l’Europa è sempre sbagliato, però: la direttiva Bolkestein è assolutamente giusta, va nella direzione del libero mercato, quello sano. Anche se tiene poco conto del diritto del lavoro, e questo è un retaggio delle politiche iperliberiste degli ultimi anni che andrà combattuto duramente in futuro.

E’ la politica italiana che è mancata in questi anni: Prodi era Presidente della Commissione Europea quando è stata creata la direttiva, ed è stato premier dal 2006 al 2008; Di Pietro, ora esponente di spicco della ribellione delle categorie balneari, è stato deputato europeo dal 1999 al 2006 – la direttiva è stata approvata dal Parlamento quando lui non era europarlamentare, ma la Commissione l’ha presentata nel 2004; il governo Berlusconi, dal 2008, ha considerato le politiche europee come se fossero un accessorio, e non un cardine dell’azione amministrativa.

Per questo, a Bruxelles è bene che vadano i più capaci e i più presenti, a livello di azione politica: se no di Bolkestein ce ne ritroveremo altre cento, nei prossimi anni.

Necessaria una riflessione sulla prostituzione, guardiamo agli altri Paesi all’interno dell’UE”

Dopo l’intervento del Coordinamento Civico sul degrado del quartiere Cesanella, è bene fare alcune doverose riflessioni sull’argomento.
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Il “degrado generalizzato” di cui parlano i rappresentanti del movimento cittadino parte dalla “pietosa condizione in cui versano alcune vie cittadine”. Su questo punto bisogna affermare con onestà intellettuale che ci sono diverse criticità che, tra l’altro, non riguardano solo il quartiere Cesanella.

La verità, però, è che ogni singolo intervento di manutenzione o lavoro pubblico (si parla di rattoppi di buche, non di mastodontiche opere di urbanizzazione) sono spese in conto capitale. Secondo il patto di stabilità interno, diretta emanazione del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea, non si possono usare risorse pubbliche per gli interventi in conto capitale se non si accantona, prima, la cifra dovuta per rispettare questo patto di stabilità. E la cifra da accantonare, per questo anno, vale parecchi milioni di Euro.

Abbiamo scelto di salvare dalla scure dei tagli del Governo e dalla spending review del Commissario Bondi il settore del “sociale”, senza tagliare un solo centesimo rispetto all’anno 2011: questo è stato un vero e proprio miracolo, che ovviamente ha un rovescio della medaglia in altri settori.

Basti pensare ai lavori pubblici, dove il portafoglio dell’Assessore Memè è stato letteralmente ridotto a zero a causa del folle meccanismo del Patto di Stabilità Interno spiegato sopra. Questo è il quadro completo per ciò che riguarda il tanto declamato “degrado generalizzato”, come se non fosse ben chiara la situazione che stiamo vivendo e che, a volte, rifiutiamo di accettare.

Per quanto riguarda la questione della prostituzione, mi sembra opportuno ricordare che l’Amministrazione è a favore dell’installazione di telecamere nelle zone “critiche” della città, per quanto riguarda il contrasto di questo fenomeno. Certo, non deve essere l’unico provvedimento ma anche in questo caso la visione del contesto non deve essere parziale e fuorviante. Vorrei soffermarmi, infatti, sulle ragazze che vengono sfruttate in tutto e per tutto in maniera vile e vigliacca da chi non esita, per un solo secondo, di approfittare illegalmente dei loro corpi per trarne profitto.

Ci sono tanti Paesi all’interno dell’Unione Europea dove queste situazioni sono state sconfitte legalizzando, di fatto, la prostituzione: questa non è una proposta, la sede non è quella opportuna, ma so bene che in questo Paese difficilmente si potrebbe arrivare a una situazione simile, a causa delle forti pressioni di diversi gruppi di interesse. In Germania, però, Paese che assumiamo come modello di civiltà, la prostituzione è legalizzata da tempo. Sarebbe importante quindi aprire una riflessione sulla condizione e sulla mercificazione di queste giovani donne, e non sbandierare soltanto “piani di controllo serali” che potrebbero essere sostituiti da pattuglie che sorveglino le situazioni di microcriminalità, vera piaga per il territorio in questi mesi.

Spending review: “bene il riordino delle province nelle Marche, male la chiusura dell’aeroporto a Falconara”

Secondo le ultime indiscrezioni, la revisione della spesa pubblica toccherà anche il traffico aeroportuale italiano. Infatti, il ministro Passera ha in mente un piano che riduca gli scali passeggeri dai circa 60 attuali a 40. Tra gli aeroporti “soppressi”, purtroppo, ci sarebbe anche quello di Ancona-Falconara.
La chiusura del traffico passeggeri all’aeroporto di Falconara sarebbe un fatto gravissimo, per il Comune di Senigallia, la Regione Marche e tutte le altre municipalità marchigiane. 61_SIGN_AER_07

Senza entrare nel merito tecnico della questione, cosa che peraltro non mi compete, dal punto di vista dei cittadini e dei loro diritti è inaccettabile che l’unico aeroporto delle Marche adibito al traffico passeggeri perda ogni genere di sovvenzione statale. Il declassamento, infatti, sarebbe riconosciuto, soprattutto all’estero, come una perdita di un patrimonio strategico per tutta la Regione Marche e il centro-Italia.

Nessuno nega che ci sia la necessità di una spending review che sia efficace nel settore dei trasporti: ciò, però, come ho ripetuto più volte, non deve tradursi in tagli lineari e indiscriminati, frutto di una triste e superficiale “contologia”. Questo non significa iniziare dei discorsi campanilistici, che sarebbero pretestuosi e privi di ogni logica: penso al riordino delle province nelle Marche, ad esempio, che mi trova assolutamente d’accordo poiché in una regione di 1
milione e mezzo di abitanti cinque province erano e sono troppe.

Privare, però, la Regione Marche e tutti i cittadini marchigiani di un bene unico come un aeroporto – per ciò che riguarda il traffico passeggeri, poi, potremmo elencare gli svantaggi che ciò comporterebbe per un comune turistico come il nostro – sarebbe un autogol clamoroso da parte di un governo tecnico che per colpe non sue è costretto ad usare l’accetta per ripianare i disastrati conti pubblici.

Ho presentato una mozione in consiglio comunale contro questo declassamento: sarebbe determinante, però, che anche gli altri comuni marchigiani votino compattamente un documento di questo tipo. Per far capire, a chi ci governa, che le Marche sono unite sin dal più piccolo comune fino al capoluogo di regione contro la chiusura del traffico passeggeri del nostro aeroporto.

La Commissione Europea risponde sullo stoccaggio CO2 a Senigallia

(da senigallianotizie.it) – Il Commissario Europeo per l’Azione per il Clima Connie Hedegaard risponde all’interrogazione  dell’eurodeputato Debora Serracchiani, suggerita dal consigliere comunale Dario Romano.Dopo circa due mesi dalla presentazione dell’interrogazione, il 5 luglio la Commissione Europea ha risposto alle questioni sollevate dall’onorevole Debora Serracchiani.Hedegaard

In particolare, l’eurodeputato, su proposta e suggerimento del consigliere comunale di Senigallia Dario Romano (delegato alle politiche per l’Unione Europea del Comune), aveva chiesto a Bruxelles se era a conoscenza dell’istanza di esplorazione del sottosuolo al largo di Senigallia e qualimisure intendeva adottare l’Unione Europea per evitare che in futuro siano installati depositi di stoccaggio di CO2 in zone dove sussiste un rischio di sismicità.

Con il classico stile europeo, molto diretto ma per certi versi paradossalmente pilatesco, la Commissione Europea ha affermato senza mezzi termini di “non essere a conoscenza del fatto che una società avesse presentato alle autorità italiane un’istanza per ottenere una licenza di esplorazione ai fini dello stoccaggio di biossido di carbonio al largo delle coste di Senigallia.

Con una serie di richiami normativi alla direttiva di riferimento, poi, la risposta delcommissario Hedegaard continua affermando che tra i requisiti necessari per il rilascio delle autorizzazioni allo stoccaggio una particolare attenzione andrebbe posta alrischio di sismicità del sito.

Infatti un sito di stoccaggio non deve avere in alcun modo “rischi significativi di fuoriuscita e rischi rilevanti per l’ambiente e la salute“.

Ora, presumibilmente, la questione passa nelle mani del Governo che può decidere se il sito al largo delle nostre coste è idoneo allo stoccaggio di biossido di carbonio.

Purtroppo, le tristi vicende del terremoto emiliano hanno messo in risalto tutti i dubbi relativi allo stoccaggio (in questo caso si parlava di stoccaggio di gas naturale nel sottosuolo di Rivara).

Il ministro all’Ambiente, Corrado Clini, ha affermato quanto sia necessario riflettere ulteriormente prima di approvare un progetto che, in caso di inattesi scenari geologici, non risulti sicuro al 100%.

Vorremmo che lo stesso ragionamento si facesse anche per Senigallia, per questo motivo cercheremo di confrontarci con il Governo per avere un parere in merito.

Continueremo a lottare per questo motivo, perché la salute e la sicurezza dei cittadini vanno anteposti a qualsiasi genere di interesse economico.

Testo dell’interrogazione e risposta della Commissione europea:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+E-2012-004629+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT

Senigallia: interrogazione sui depositi di stoccaggio CO2 – A presentarla alla Commissione Europea l’on. Serracchiani su input del consigliere comunale Romano

(da senigallianotizie.it) – Sono passati circa tre mesi da quando ho sollevato la questione dei depositi di stoccaggio di CO2 al largo delle coste di Senigallia, interrogando il sindaco Mangialardi.serracchiani

Lo stesso sindaco, poi, ha inviato un’interrogazione alla Regione per avere un maggiore approfondimento sulla materia, e alcuni giorni dopo due consiglieri regionali si sono anch’essi interessati alla situazione.

A inizio aprile, insieme al sindaco, sono andato a Roma per incontrare la responsabile del procedimento e chiedere precisazioni tecniche sulla pratica appena avviata.

Inoltre, a inizio maggio, il consigliere comunale di Falconara Marittima Emanuele Lodolini ha interrogato anch’egli la propria amministrazione sulla questione, poiché essendo prevista la costruzione di un rigassificatore al largo delle coste falconaresi, l’eventuale previsione di un deposito di stoccaggio di CO2 al largo di Senigallia sarebbe un’ulteriore azione sicuramente non a vantaggio del turismo e dell’ambiente marino di tutta la zona.

Dopo l’interrogazione al sindaco, pertanto, ho deciso che fosse giusto sapere cosa ne pensasse l’Unione Europea e, in particolare, la Commissione, di un progetto simile. A questo scopo, ho scritto al deputato europeo Debora Serracchiani che, dopo un serio confronto con il sottoscritto e il consigliere comunale Lodolini (che ringrazio per aver contribuito così proficuamente al dibattito) ha presentato in data 7 maggio un’interrogazione scritta alla Commissione Europea chiedendo un più dettagliato approfondimento.

In particolare, l’onorevole Serracchiani chiede alla Commissione se:

– Era a conoscenza della situazione relativa all’istanza di esplorazione del sottosuolo al largo di Senigallia?

– Quali misure intende adottare per evitare che in futuro siano installati depositi di stoccaggio in zone dove sussiste un rischio di sismicità?

In tre mesi due interrogazioni comunali, due interrogazioni regionali, un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico e un’interrogazione alla Commissione Europea.

Questo è l’impegno che sto e che stiamo mettendo in campo per affrontare al meglio la questione, nata da una interrogazione comunale a Senigallia e arrivata sino ai palazzi di Bruxelles.